Guida alla navigazione sicura per i genitori

Safer Internet Day, mettiamo in guardia i ragazzi dai pericoli del web

Introduzione

Che Internet e le sue applicazioni sia un’opportunità per tutti questo è indubbio. Sta di fatto che le tecnologie dei nostri giorni sono, però, ricche di insidie specie per coloro che non hanno sviluppato un’adeguata sensibilità nel loro utilizzo: i ragazzi.

 

Il 7 febbraio si celebra la giornata della sicurezza in Rete. Un progetto lanciato nel 2004 dall'Unione Europea. In oltre 100 città del mondo - Italia compresa - l'opportunità per accendere i riflettori sulle vecchie e nuove insidie che i più giovani possono incontrare online. Conoscere il nemico è l'unico modo per difendersi

 

Se in campo informatico è difficile arrivare ad una situazione di sicurezza assoluta è necessario, tuttavia, porre comunque delle regole, spronando i genitori ad utilizzare il computer, soprattutto con lo scopo di aiutare e di controllare i figli e iniziando a rendere le infrastrutture informatiche a misura dei giovani. In tal senso, il presente articolo offre un’agile guida alla formazione attiva di genitori, educatori e quanti sentono internet come un terreno difficilmente calpestabile.

Navigatori nati

Siti a contenuto pornografico, videogiochi diseducativi, zone d’ombra in cui si realizzano adescamenti di navigatori inesperti o creazioni di falsi profili ad opera di presunti amici digitali.. sono solo alcuni esempi delle insidie che oggigiorno si presentano a qualunque navigatore della Rete.

Se affianchiamo questi elementi a situazioni pericolose come la dipendenza tecnologia e le truffe on line possiamo ben comprendere la necessità di stabilire qualche regola per garantire la sicurezza dei ragazzi. Se poi si pensa anche alle nuove forme di bullismo virtuale, in base alle quali i malcapitati vengono screditati sotto varie forme (ad esempio tramite messaggi di minaccia o foto imbarazzanti pubblicate su un Social network) ci si può rendere conto di quanti siano i rischi connessi alla rete e di quanto importante sia favorire una maggiore consapevolezza sulla questione della sicurezza in rete da parte di tutti.

Ciò nonostante molti genitori di oggi sottovalutano il problema con la scusa del digital divide, cioè la differenza di conoscenza degli strumenti informatici tra loro e i figli. Si tratta in realtà di un finto alibi che non porta a nessun risultato, ne ai figli che rimangono esposti ai pericoli in un mondo sempre più simile a quello reale, ne ai genitori che spesso rimangono all’oscuro dei rischi che effettivamente corrono i ragazzi.

Diventa allora necessario perciò alcune domande. 
Vogliamo tutelare i nostri figli imponendo loro molti divieti e regole di utilizzo, oppure comprendiamo la necessità di essere accompagnati all’uso consapevole delle nuove tecnologie? 
Vogliamo introdurre un’etica dell’utilizzo di Internet oppure rimanere limitati nella fruizione passiva e incontrollata di questo mezzo?
Uno dei punti fermi che dobbiamo considerare è che l’educazione dei “nativi digitali” (coloro che sono nati e cresciuti con le tecnologie digitali ad esempio il computer, internet e i cellulari) deve necessariamente considerare anche i genitori e, più in generale, quella generazione che ha conosciuto la rete in tempi relativamente recenti.

Navigazione assistita

E’ possibile mettere in atto delle “azioni di tutela” per proteggere i nostri ragazzi dai possibili pericoli che incorrono durante la navigazione in internet.

1) In primis, è necessario posizionare il computer in una stanza di passaggio affinchè si abbia un accesso diretto all’utilizzo del web. Questa soluzione è indicata soprattutto per i bambini più piccoli che così imparano il corretto utilizzo degli strumenti che hanno a disposizione. Con gli anni, man mano che il ragazzo sente la necessità di una maggiore riservatezza anche nel leggere l’e-mail, è utile in ogni caso non tralasciare di monitorare le operazioni svolte con il computer cercando altre metodologie attive per contrastare i pericoli precedentemente descritti.

2) Secondariamente, è utile un intervento a livello software: si tratta di installare sul computer dei filtri specifici che limitano la navigazione selvaggia. Non occorre essere dei tecnici informatici, è necessario leggere le guide che sono messe a disposizioni dalle case produttrici di questi strumenti di protezione. Tra i software gratuiti messi a disposizione da Microsoft, è degno di nota “Windows live family safety 2011” la cui installazione è facile grazie alla guida presente sul sito italiano www.interneinsicurezza.it (sezione forum). Questo programma, oltre a bloccare i siti e i giochi pericolosi, consente di visualizzare un resoconto dettagliato delle operazioni eseguite dall’utente sul computer.

3) L’ultimo passo che il genitore può compiere per rendere la rete internet della propria abitazione più sicura è la configurazione del firewall e del modem ADSL. Tale operazione consiste in un intervento “tecnico” e da attuare tramite un servizio a pagamento. Su questi strumenti è possibile arrivare a controllare le trasduzioni DSN, ovvero quel meccanismo che associa gli indirizzi Internet agli indirizzi IP utilizzati dal computer per navigare in rete, modificando i collegamenti con i server che rispondono in modo automatico a richieste ritenute pericolose.

Note conclusive

Le procedure sopraelencate sono da considerarsi un punto di partenza per la formazione attiva dei genitori e dei ragazzi o meglio per una formazione “civica” sull’utilizzo di internet. 
Se in campo informatico, infatti, è difficile arrivare ad una conoscenza assoluta delle dinamiche che governano la vita virtuale, è indubbia la necessità di mettere delle regole precise e quindi di dover considerare il tema della sicurezza in rete dal punto di vista educativo affinché si possano contenere le situazioni pericolose a danno dei minori e della loro famiglia.

 

 

Safer Internet Day, il vademecum: Super-errori da non fare

Internet, adulti e minori inconsapevoli dei rischi

Allarme cyberbullismo: "Giovani su web ignorano regole affettive"

LA chiamano ''Generazione Z''. Sono tutti quei ragazzi nati tra la metà degli anni '90 e il primo decennio del nuovo millennio. Alcuni sono maggiorenni, altri poco più che adolescenti. Una cosa li accomuna: sono cresciuti tra smartphone, tablet, Internet e computer e non sanno che prima esisteva un'era in cui questi dispositivi non esistevano o non erano alla portata di tutti. Conoscono alla perfezione come funzionano ma, nonostante questo, non comprendono fino in fondo che insidie si possono nascondere dietro lo schermo.

Osservatorio cyberbullismo: Il dizionario dei pericoli 2.0

Una generazione sempre connessa. Gli ultimi numeri sul comportamento dei minori italiani sul web invitano alla massima attenzione. Secondo una ricerca commissionata dal Miur (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca) e realizzata dall'Università di Firenze e Skuola.net, il portale dedicato ai più giovani che da anni ha un focus proprio su queste tematiche, il 19% dei teenager dice di essere connesso tra le 5 e le 10 ore al giorno e quasi 1 su 5 di non poter fare a meno di Internet (neanche a scuola), rimanendo sempre online. In totale, dunque, il 40% passa buona parte della giornata navigando. I social network sono il loro terreno di 'battaglia' preferito: più del 90% del campione analizzato ammette di usare le chat - di cui WhatsApp è la regina incontrastata - ogni giorno; qualcuno lo fa anche di notte (innescando il fenomeno del vamping). "Il fatto che i teenager passino più tempo online che in altri luoghi fisici - commenta il direttore di Skuola.net, Daniele Grassucci - ci dice chiaramente come la virtualità sia per loro più reale di quello che noi siamo abituati a pensare".

Allarme cyberbullismo: "Giovani su web ignorano regole affettive"

A mancare è l'educazione online. L'abitudine a dialogare virtualmente però spesso non coincide con la prudenza. Se, infatti, la maggior parte dei nativi digitali pare essere attenta alla privacy, più del 10% ha confessato di condividere online i propri segreti e soprattutto foto intime (il cosiddetto sexting, pericolosa pratica molto in voga soprattutto tra i più piccoli). Circa l'8% degli intervistati, poi, dichiara di aver attuato intenzionalmente comportamenti da bullo online (ma bisogna calcolare che su questo argomento ci potrebbe essere molta reticenza) e un ulteriore 10% banalizza le proprie azioni come semplici scherzi. La conseguenza più evidente è che l'8,5% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni è abitualmente vittima di cyberbullismo. Ancora peggio se ci concentriamo sulla fascia d'età 11-13 anni, dove si stima che due studenti per classe potrebbero essere potenziali vittime.

Safer Internet Day, il vademecum: Super-errori da non fare

Safer Internet Day, mettiamo in guardia i ragazzi dai pericoli del web

Allarme cyberbullismo: "Giovani su web ignorano regole affettive"

Slideshow 

Il Safer Internet Day. Ma questi dati, nonostante risalgano a pochi mesi fa, sono in parte già superati; la presenza online dei minori cresce di giorno in giorno. Per questo è bene intervenire. Così, per sensibilizzare i più giovani ad un uso consapevole del web e per spronare gli adulti ad educare i ragazzi (anche) in questa direzione, è nato il Safer Internet Day (SID), la giornata mondiale per la sicurezza in Rete. Dietro il progetto, coordinato dai Safer Internet Centre (SIC) dei singoli Paesi, ci sono INSAFE e INHOPE (due network internazionali impegnati proprio nel campo della sicurezza online), supportati dalla Commissione Europea.

Uniti per evitare i pericoli della Rete. "Be the change: unite for a better internet", è la frase simbolo pensata per il 2017. Uno slogan finalizzato a far riflettere i ragazzi soprattutto sul ruolo attivo e responsabile che ciascuno può ricoprire nel trasformare Internet in un luogo positivo e sicuro. Per diventare "protagonisti del cambiamento, uniti verso un Internet migliore". Il 7 febbraio, in oltre 100 Paesi del mondo, si svolgeranno eventi di vario genere per richiamare l'attenzione su questi temi, coinvolgendo istituzioni, enti, organizzazioni (pubbliche e private) e società civile.

Generazioni Connesse e il SIC italiano. In Italia il coordinamento del SIC è stato affidato a Generazioni Connesse, un consorzio che vede la presenza di partner che da sempre hanno a cuore l'avvenire di bambini, adolescenti e ragazzi: il Ministero dell'Istruzione, quelli dell'Interno e delle Comunicazioni, la Polizia Postale, l'Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, la stessa Skuola.net, Save the Children Italia, Telefono Azzurro, Università degli Studi di Firenze, Università degli studi di Roma "La Sapienza",  la Cooperativa E.D.I., il Movimento Difesa del Cittadino e l'agenzia di stampa Dire.

Prima Giornata Nazionale contro bullismo e cyberbullismo. Saranno loro, assieme a circa mille studenti, i protagonisti dell'evento che si terrà presso gli spazi espositivi dell'ex caserma Guido Reni, in Via Guido Reni a Roma. Dibattiti, workshop e laboratori per dire tutti insieme stop a cyberbullismo, pedo-pornografia online, sexting e a tutti quei fenomeni devianti che partono da un computer e una tastiera. Nello stesso giorno, inoltre, il Miur celebrerà la "Prima Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola, dal titolo "Un Nodo Blu - le scuole unite contro il bullismo", che invita appunto a indossare un nodo di colore blu in segno di solidarietà alle vittime di questa piaga sociale.

Il Vademecum anti-rischi e la centralità delle scuole. Ma l'impegno del Safer Internet Centre italiano non si ferma e prosegue durante tutto l'anno. Tante le iniziative messe a punto dal 2004 (anno in cui L'Unione Europea ha istituito il SID) a oggi, con le scuole al centro del progetto, per trasmettere a più ragazzi possibile l'educazione alla virtualità. E poi c'è il Vademecum, reperibile online: una sorta di guida operativa per conoscere e orientarsi nella gestione di alcune problematiche connesse all'utilizzo delle tecnologie digitali da parte dei più giovani. Un documento strutturato in due parti: da un lato l'approfondimento dei pericoli in agguato quando si naviga in Rete; dall'altro i riferimenti dei servizi a cui è possibile rivolgersi a livello regionale, qualora ci si trovi a dover gestire una situazione problematica. Senza dimenticare le attività rivolte direttamente ai più piccoli, ai bambini, per farli crescere in modo consapevole. Nascono così i 7 'super-errori', personaggi che incarnano le disavventure in cui si può inciampare online. Un modo divertente e moderno per avvicinare all'argomento i principali interessati di domani e metterli in guardia in maniera leggera.

I 7 Super-Errori. C'è Chat Woman, colei che chatta dalla mattina alla sera, talmente tanto da non distinguere più tra virtuale, iniziando ad avere difficoltà a socializzare. C'è Silver Selfie, che scatta fotografie a raffica col suo smartphone e le mette sui social network senza neanche stabilire cosa è opportuno pubblicare e cosa no. L'Incredibile Url, invece, apre qualsiasi link gli si presenti davanti e per questo rischia di aprire contenuti non consigliati ai minori o di cadere in qualche trappola informatica. L'Uomo Taggo non è da meno: lui condivide le foto segnalando le altre persone presenti senza neanche chiederglielo, in barba alle più basilari regole sulla privacy. L'errore della Ragazza Visibile è quello di postare su Internet contenuti privati, confidenze, magari foto osè, non calcolando che potrebbero capitare in mani sbagliate e farla pentire amaramente di averli resi pubblici. E allora si potrebbe trasformare in Tempestata, la cyber-bullizzata per definizione, oggetto di commenti offensivi, di attacchi diretti; una vita la sua, che può diventare un inferno. Infine il Postatore Nero, che con i suoi like e le sue condivisioni scriteriate potrebbe essere il complice perfetto dei cyberbulli, una cassa di risonanza involontaria ma pericolosissima.

Le 'armi segretè per difendersi al meglio. Per difendersi, però, non basta conoscere la teoria, bisogna sapere cosa fare per reagire. Così il SIC ha anche messo a punto una strategia. Tre 'armi segrete' per diventare meno attaccabili: la Super Intelligenza che, prima di aprire un link, di scrivere qualcosa sul web, di giocare online con qualcuno, invita a pensarci bene; Parole a raffica, per non aver paura di condividere con gli altri esperienze spiacevoli vissute in Rete e confidarsi con i genitori o con un adulto di cui ci fidiamo; Schermo Protettivo, il filtro mentale che ci impedisce di comunicare informazioni personali (come le password) o i nostri contatti a chi incontriamo online. "È impensabile - conclude Grassucci - riuscire a garantire ai minori un'esperienza sicura attraverso la repressione (sia legislativa che di policy delle piattaforme). Occorre piuttosto investire sulla formazione, fin dalla scuola".

La scuola invita i genitori a proteggere i propri figli dai pericoli del web segnalando buone pratiche utili allo scopo:

guida_navigazione_sicura_genitori.pdf

Parlare_ai_bambini_di_Internet.pdf

vademecum_web1.pdf